夜の教室はしんとしていた。
Lascio un video sulla canzone "Onomatope no uta", fatta per una trasmissione per bambini.
Tra le varie parole onomatopeiche del filmato, "hiri hiri" non c'entra niente di nessun rumore.
Siamo due ragazze giapponesi che vivono in Italia da una decina di anni. Abbiamo deciso di diffondere la cultura giapponese per chiarire molte delle idee confuse che ancora ci sono.
"Do not stand at my grave and weep" è la poesia scritta dall'americana Mary Frye nel 1932 per consolare la sua amica che aveva perso la madre e che non poteva visitare la sua tomba in Germania.
Veniva citato spesso nei funerali e anniversari in tutto il mondo, ma è diventato molto famoso quando la ragazzina che aveva perso suo padre per gli attentati dell' 911, l'ha citato nell'anniversario da un anno dalla tragedia.
In Giappone ha presentato questo brano Dave Spector, il produttore, regista, sceneggiatore americano che vive in Giappone, per il funerale del cantante Sakamoto Kyuu, che morì per incidente aereo nel 1985.
Dave Spector appare spesso nelle trasmissioni di varietà giapponesi, ed è conosciuto come la persona che ha presentato all'estero Takeshi's Castle.
Nel 2006 e 2007 la musica composta da Arai Man e cantata da Akikawa Masafumi era un grande successo in Giappone. Il titolo "Sen no kaze ni natte" è stato preso dalla poesia originale: "I am in a thousand winds that blow".
Do not stand at my grave and weep
(Words by Mary Frye)
Do not stand at my grave and weep
I am not there, I do not sleep
I am in a thousand winds that blow
I am the softly falling snow
I am the gentle showers of rain
I am the fields of ripening grain
I am in the morning hush
I am in the graceful rush
Of beautiful birds in circling flight
I am the starshine of the night
I am in the flowers that bloom
I am in a quiet room
I am in the birds that sing
I am in the each lovely thing
Do not stand at my grave and cry
I am not there I do not die
Nel post precedente ho già messo le foto del luogo dove Sakamoto Ryoma e Nakaoka Shintaro sono stati attaccati, Oumiya :
Kyoto 2011, parte 3
gli altri articoli su Kyoto:
Kyoto 2011, parte 2
Kyoto 2011