11 giugno 2012

La pallavolo degli anni settanta



Il 10 giugno la squadra giapponese maschile di pallavolo è stata squalificata per le olimpiadi di Londra.
Nel 2008, per le olimpiadi di Pechino hanno potuto partecipare dopo 16 anni, ma è finita con l'undicesimo posto.

Una volta erano bravi.
Nel 1964 nelle olimpiadi di Tokyo, hanno preso la medaglia di bronzo, però quella medaglia non ha interessato nessuno per la medaglia d'oro della pallavolo femminile. La nazionale maschile successivamente ha ottenuto la medaglia d'argento nel 1968 in Messico, e nel 1972 a Monaco hanno vinto la medaglia d'oro.

la rivista di manga "Shonen Magazine" del settembre 1972

L'allenatore dal 1965 al 1972 era Matsudaira Yasutaka, scomparso alla fine del 2011 a 81 anni.
Ha contribuito molto allo sviluppo della pallavolo in Giappone.
Voleva che aumentassero i fan di questo sport, e voleva che tutto il Giappone supportasse la sua squadra, per cui ha realizzato molte cose "strane".

Ha aperto la palestra dove i suoi atleti si allenano in pubblico. Li ha presentati alle riviste per ragazzi con i sopranomi che ha pensato lui. Tutto ciò era per aumentare la motivazione dei ragazzi della nazionale.
Un'altro strano è il programma televisivo, "Munchen eno michi", cioè "La via per Monaco". Monaco intende la città tedesca delle olimpiadi del 1972. L'ha progettato l'allenatore Matsudaira. Ha portato la sua idea agli studi televisivi, ma non la voleva nessun canale perché consideravano che nessuna azienda lo avrebbe sponsorizzato. Era Matsudaira che ha cercato e trovato lo sponsor per il programma.

Il programma è stato trasmesso dall'aprile all'agosto del 1972. Mostrava i video degli allenamenti della squadra. Presentava la storia di ogni atleta con l'animazione. Quindi il programma era misto di anime e documentario.  JOC (la commissione giapponese delle olimpiadi) non permetteva agli atleti non professionisti di apparire nelle pubblicità e i programmi televisivi, per questo motivo erano costretti a fare alcune scene come un anime. Gli spettatori seguivano il programma sperando che vincessero alle olimpiadi di Monaco.    
I racconti sugli atleti sono stati presi dal libro dell'allenatore, "Makete tamaruka!", che significa (quasi) "Non perdo assolutamente!".


Ha insegnato ai suoi atleti il "time differential attack" e tante altre tecniche nuove.

fonte:
http://www.fivb.org/en/fivb/viewPressRelease.asp?No=33657&Language=en

Questa è la sigla del programma.
Si vede come si allenavano.

ミュンヘンへの道 (男子バレーボール) OP アニ... di spyagent0011

Lana

7 commenti:

  1. Ecco da chi hanno preso l'ispirazione Makimura e Koizumi per アタッカーYOU! :)

    RispondiElimina
  2. Questo Matsudaira era davvero un grande!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao. Credevo di aver già inviato un commento, ma non lo visualizzo più, i pc dell'università fanno questi scherzi. Sono capitata sul vostro blog cercando immagini del santuario di Ise e ho trovato il vostro articolo al riguardo, e ne approfitto per disturbarvi e provare a chiedervi di illuminarmi su un aspetto di cultura giapponese che proprio mi sfugge... Sono una studentessa di Beni Culturali e sto scrivendo una relazione sul citazionismo architettonico dall'oriente all'occidente. Il mio dubbio è: perchè porre le fineste esclusivamente sui lati di un edificio (e non sulla facciata, che risulta cieca) riflette "i modi di vita urbani giapponesi"? Non riesco a capire cosa a cosa si alluda... Nel caso voleste rispondermi vi sarei molto grata, sto un pò impazzendo su questa cosa... Grazie in anticipo, e scusate se sono un pò importuna e fuori contesto... Giulia

      Elimina
    2. Ciao,
      Non so nulla sul tema finestre giapponesi ma la tua domanda mi ha incuriosita: stai parlando di edifici moderni o antichi? Di finestre ornamentali o finestre con la vera funzione di finestre?

      Elimina
    3. Mah, antica, credo... Sto studiando l'hotel "Il Palazzo" che Aldo Rossi ha costruito a Fukuoka, che ha finestre sui lati ma non sulla facciata, e in un articolo si dice che il motivo è che l'architetto vuole riprendere i modi di vita urbani locali... penso si riferisca all'architettura residenziale tradizionale (stile sukiya dell'epoca edo?), ma non sono troppo sicura! Grazie lo stesso:) Giulia

      Elimina
    4. Oltre che essere il pioniere degli alberghi detti "designers hotel" in Giappone, uno dei motivi per cui l'edificio di Aldo Rossi è conosciuto, è per la sua stranezza della facciata che non ha una finestra. Dicono che è molto evidente la sua caratteristica facciata tra gli altri edifici della zona caotica .

      E' difficile pensare che lo stile dell'albrego riflette l'architettura giapponese, sia antica che moderna. Magari la frase dell'articolo "i modi di vita urbani" intende l'ambiente dove si trova l'edificio. Il Palazzo si trova nel centro di Fukuoka, particolarmente nella zona di divertimento.

      Comunque non sono esperta di architettura, né conosco bene Aldo Rossi. Mi dispiace che non riesco ad aiutarti.

      Lana

      Elimina
  3. Mah, in realtà sembrerebbe proprio che riferimenti all'architettura tradizionale giapponese ci siano sempre, quando Rossi lavora in Giappone. Comunque ho scritto a una prof universitaria di urbanistica giapponese, se non lo sa lei non lo sa nessuno :)
    Ciao e complimenti per il blog che è molto carino! Giulia

    RispondiElimina