17 luglio 2009

Mamma al porto

 Hashino Ise

Nell'ultimissimo periodo della seconda guerra mondiale, molti soldati giapponesi erano imprigionati in Siberia e Mongolia. Dopo la guerra fino al 1958, circa mezzo milione di soldati sono potuti tornare in Giappone. Uno dei porti che li accettavano è Maizuru 舞鶴 di Kyoto.

I mass-media giapponesi di allora hanno scritto di una donna che appariva sempre quando le navi arrivavano al porto. La donna si chiamava Hashino Ise 端野いせ, una vedova aspettava il suo unico figlio Shinji. Lo stato giapponese le aveva notificato della morte del figlio, ma la mamma non lo credeva e si recava ogni volta da Tokyo.


Un poeta, ascoltando l'intervista della mamma, ha scritto subito il brano, "Ganpeki no haha 岸壁の母", ossia "madre alla riva". Un musicista ha composto la  musica per il brano, e Kikuchi Akiko 菊池章子 è stata scelta come cantante. Kikuchi non ha potuto cantare senza lacrime durante le prime prove della registrazione del disco.
Il disco è uscito nel 1954, sono stati venduti più di un milione. Kikuchi ha mandato una lettera alla mamma con la proposta di accettare un regalo, cioè il disco. Hashino Ise l'ha rifiutato, con il motivo per cui non aveva la macchina per ascoltarlo, proponendo a sua volta che la cantante lo tenesse finché il suo figlio sarebbe tornato. Ma la cantante le ha regalato la macchina.  


Negli anni settanta, un'altra cantante di rokyoku (un tipo di canzone giapponese narrativa) Futaba Yuriko 二葉百合子 l'ha cantata. Questa volta sono stati venduti tre milioni di dischi.

Hashino Ise è deceduta nel 1981, credendo alla sopravvivenza del figlio. Aveva 81 anni. Alla fine degli anni settanta quando la cantante Futaba la visitava all'ospedale, la mamma parlava del piatto che voleva cucinare per il suo figlio.

Nel 2000, venti anni dopo della morte della mamma, hanno scoperto che il figlio vive in Cina. Dopo questa notizia, non si sente più l'informazione su di lui. Ormai avrà 83 anni.

Quando ho saputo la notizia sul figlio che vive, non potevo altro che piangere. L'ho raccontato ad una signora italiana (quindi una mamma italiana), siamo lacrimate tutti e due....!



"Ganpeki no haha" da Kikuchi Akiko.
All'inizio si sentono le voci della gente al porto.


giapponese :
Haha wa kimashita, kyo mo kita.
Kono ganpeki ni, kyo mo kita.
Todokanu negai to shirinagara,
Moshiya moshiya ni 
Moshiya moshiya ni
hikasarete.

Yonde kudasai, ogamimasu.
Aa, okkasan yoku kita to.
Umiyama senri to iu keredo,
nande tookaro, nande tookaro,
haha to ko ni.

tradotto in italiano :
Figlio mio, sono arrivata.
Sono arrivata anche oggi.
Alla riva anche oggi.
Forse non ci sei, mio figlio. 
Però, magari...magari...
Spero che ci sei, sono arrivata anche oggi.

Ti prego, dimmi.
"Mamma, sei arrivata!"
Ci sono il mare e montagna tra di noi.
ma non c'è nessun ostacolo tra mamma e figlio.



Le mamme sono grandi. 


Lana

12 commenti:

  1. il figlio, è decisamente uon stronzo.....

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  2. Semplicemente commovente.

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  3. Ammazzaspettri, sai quanti italiani prigionieri in Russia non sono mai tornati perchè dopo la prigionia ( quei pochi che sono sopravvissuti ) hanno trovato lavoro e famiglia in paese straniero?
    Credo che per questo giapponese sia stato lo stesso, non mi sento di marchiarlo come " stronzo " ma semplicemente come sopravvissuto ad una guerra tremenda e che non vedeva l'ora di potersi mettere in pace con una famiglia ovunque si trovasse... l'orrore della guerra è anche questo.

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  4. iL PiRaTa san,
    mi hai fatto ricordare "I girasoli"...

    Lana

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  5. Sì hai colto la citazione... ^ ^

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  6. pirata... pensi che la madre invece se la godeva?
    insomma vuoi rimanere li? ok
    ma mandare una lettera a casa....
    far sapere che sei vivo...
    nn penso che la madra sia morta felice....anzi penso che abbia sofferto piu per una cosa simile che nn per la guerra lei >_< (nn sapere se sei vivo, ne avere una tomba dove piangere se sei morto)
    è uno stronzo, dei peggiori poi....

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  7. > ma mandare una lettera a casa....
    > far sapere che sei vivo...

    Si da per scontato che non abbia mai scritto. Almeno l'ipotesi che invece lo abbia fatto e che le lettere non siano giunte a destinazione la prenderei in considerazione; visti i rapporti che c'erano tra Giappone e Cina, non mi sembra una ipotesi cosi' balorda e se non ricordo male e' gia' successo di lettere del periodo bellico che vengono recapitate in data recente.

    > Lo stato giapponese le aveva notificato della morte del figlio

    Questo fa' riflettere: il Giappone da chi ha saputo "della morte del figlio" della signora? Da rapporti degli altri soldati giapponesi? Da funzionari cinesi?
    Lana si sa qualcosa?
    Ciao.

    Marco

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  8. concordo con chi ha detto che il figlio è stato decisamente uno stronzo.. una lettera (una? se io mi fossi trovato nella sua situazione avrei mandato decine di lettere finchè non avessi avuto la certezza dell'avvenuta ricezione della notizia da parte di mia madre) si può sempre mandare, ripeto SEMPRE. persino Primo Levi riuscì a far sapere -per vie traverse- alla sua famiglia di trovarsi nel campo di concentramento di Auschwitz.. durante la guerra, in condizioni di ebreo nonchè di prigioniero. Quindi, non credo che possano esistere difficoltà così grandi da non poter dare notizie di te a tua madre.. fermo restando che io non avrei neanche lontanamente immaginato di restare in un altro Paese senza portare con me i miei familiari, specie (nel caso specifico) se è un Paese ostile a me e a tutti quelli che sono miei compatrioti (e non perchè sia mosso da spirito patriottico o cazzate simili, ma perchè non è sostenibile una situazione di odio per vivere serenamente)

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  9. Caro Gomesio, se non hai almeno 70 anni non puoi neanche lontanamente imaginare la situazione di quel periodo, ancora adesso è difficile comunicare dalla/alla Cina, figurati durante e dopo una guerra!
    Qualunque lettera sarebbe stata incenerita subito dopo la spedizione, e magari è stato anche incarcerato/torturato ad ogni tentativo, come fanno adesso in Tibet e Xinjiang.

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  10. Marco san,

    >il Giappone da chi ha saputo "della morte del figlio" della signora? Da rapporti degli altri soldati giapponesi? Da funzionari cinesi?

    avevo cercato tradurrlo meglio, il documento non è la certificazione della morte, infatti nessuno l'aveva verificato.

    Senza il documento dello stato, i famigliari non potevano ricevere la pensione di guerra o qualcosa simile, quindi il documento mandato alla mamma, è piuttosto burocratico.

    Lana

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  11. caro Anonimo,
    a meno che non vigesse la regola della follia mi sembra difficile che una semplice lettera di comunicazioni non politiche né ideologiche venisse distrutta dalla censura. se così fosse, tu pensi che avrebbero lasciato tranquillo anche il "redattore" di queste lettere? se -a quanto pare- distruggevano queste, a quello che cosa avrebbero fatto? la spiegazione non mi sembra reggere.

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  12. Grazie Lana, adesso e' piu' chiaro. Doumo arigatou gozaimasu:-)

    Gomesio> a meno che non vigesse la regola della follia

    Perche' conosci persone normali? Intendo in generale, non solo cinesi ;-) Parlando seriamente, ultimamente mi sembra che le relazioni tra Giappone e Cina si stiano distendendo ma prima bastava una sciocchezza (la classica scusa) per qualche punzecchiatura. Hai visto cosa e' successo qualche tempo fa a Pechino in occasione della finale della coppa d'Asia tra Cina e Giappone? Per la cronaca sportiva 3 - 1 per il Giappone, yattaaa (evviva)! Per il resto nel mio precedente intervento ero rimasto "abbottonato" e ho parlato di ipotesi e ribadisco: non abbiamo molte informazioni per poter affermare cose certe, siamo solo nel campo delle ipotesi. Se (e nota il "se": costruzione ipotetica) e' andatto tutto "liscio" e non ha avvisato la madre in Giappone concordo che e' stato "quello che avete detto voi". Ciao.

    Marco

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