26 novembre 2009

Corso di giapponese 17° puntata



Provate a fare una frase con queste parole: 

Vegeta, Goku, mangiare, un dinosauro, montagna.

Si può fare:

べジータ悟空恐竜食べた。
Vegeta to Goku ga yama de kyoryu o tabeta.
Vegeta e Goku hanno mangiato un dinosauro in montagna.

べジータ悟空恐竜食べた。
Vegeta ga Goku to yama de kyoryu o  tabeta.
Vegeta ha mangiato un dinosauro con Goku in montagna.

べジータ 恐竜悟空食べた。
Vegeta ga yama de kyoryu to Goku o tabeta.
Vegeta ha mangiato un dinosauro e Goku in montagna.

べジータ悟空恐竜食べた。
Yama de Vegeta ga Goku no kyoryu o tabeta.
In montagna Vegeta ha mangiato un dinosauro di Goku.

恐竜べジータ悟空食べた。
Yama no kyoryu ga Vegeta to Goku o tabeta.
Un dinosauro di montagna ha mangiato Vegeta e Goku.

Per chiarire cosa nella frase è soggetto e oggetto, da quale soggetto il verbo viene eseguito, e la relazione tra ogni sostantivo della frase, in giapponese servono le particelle, "joshi" (助詞).
Negli esempi di sopra , sono "ga", "no", "o", "to" e "de".
In altre parole, senza particelle non si capisce il significato esatto della frase.

Oggi vediamo le particelle "kakujoshi" (格助詞) tra i vari joshi.
Nel libro di grammatica giapponese, c'è scritto :
Viene posposta normalmente a un nome e determina la funzione grammaticale del nome. 

Mi dispiace io non capisco bene questa spiegazione.... 

Comunque, ci sono abbastanza tipi, ma oggi facciamo solo "ga", "no", "o", "to" e "de".   

1.
Con "ga", si capisce quale è il soggetto della frase.

べジータが恐竜を食べた。
Vegeta ga kyoryu o tabeta.
Vegeta ha mangiato un dinosauro. 

Il blocco rosso è il soggetto.

2.
Invece "no" funziona come segue:

悟空の声
goku no koe
la voce di Goku

秋の空
aki no sora
il cielo d'autunno

3.
Con "o" si capisce l'oggetto.

べジータが恐竜を食べた。
Vegeta ga kyoryu o tabeta.
Vegeta ha mangiato un dinosauro.

Il blocco verde è l'oggetto. 

Spesso si usa il luogo, da cui il soggetto fa un'azione di movimento.  
べジータが家を出た。
Vegeta ga ie o deta.
Vegeta è uscito da casa.

4.
Il "to" congiunge due (o in più) sostantivi. 

悟空とべジータ
Goku to Vegeta
Goku e Vegeta 

Il "to" si usa anche come "con". Normalmente "con" qualcuno, il soggetto fa un 'azione. 
べジータが恐竜を 悟空と食べた。
Vegeta ga kyoryuu o Goku to tabeta.
Vegeta ha mangiato un dinosauro con Goku.

E' la spiegazione su "to", ma per evitare la confusione, ho messo i colori.
Il blocco rosso è la parte soggetto. Il blocco verde è l'oggetto.

Lana

14 commenti:

  1. >Viene posposta normalmente a un nome e >determina la funzione grammaticale del nome.

    >Mi dispiace io non capisco bene questa >spiegazione....

    Vuol dire che le particelle di cui parli vanno messe dopo il nome: quindi "Vegeta ga". "Funzione grammaticale del nome" significa che con la particella si capisce se il nome è un soggetto, un complemento oggetto e così via. Praticamente quello che hai scritto tu in parole semplici il libro lo descrive in un linguaggio più tecnico.

    Parafrasandolo potremmo dire "(la particella) viene sempre messa dopo un nome e ci dice che tipo di complemento è quel nome"

    Le spiegazioni della tua lingua le seguo sempre con interesse e mi ha fatto piacere se con quello che ho scritto hai potuto approfondire un po' la comprensione della mia.

    Il giapponese quindi parla diversamente da noi perché mette i complementi dopo i sostantivi mentre noi li mettiamo prima

    Vegeta (il) dinosauro un Goku con ha mangiato--> letteralmente sarebbe così giusto?

    In italiano appunto invece è (il) Vegeta ha mangiato un dinosauro con Goku

    I verbi li mettete sempre alla fine? Come in latino? XD

    Ciao

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  2. > Il giapponese quindi parla diversamente da noi perché mette i complementi dopo i sostantivi mentre noi li mettiamo prima

    Da quel che ho capito, il giapponese usa le particelle per definire il complemento. Le particelle si mettono dopo il sostantivo e indicano la funzione che ha il sostantivo nella frase (cioe' ti dicono che cosa e',se e' un soggetto, un complemento oggetto, ecc.).Il giapponese non mette i complementi dopo i sostantivi, e' come se sostantivo+particella=complemento. Lana lo ha evidenziato bene con i colori: nell'ultimo esempio ha messo in rosso "Vegeta ga", il soggetto sarebbe, come dire, "il sostantivo Vegeta considerato insieme alla particella ga" (chiaramente e' una mia classificazione di comodo, nel senso che il soggetto, per un italiano, e' Vegeta, ma considerarlo come "Vegeta ga" aiuta a non sbagliare). Poi l'ordine dei complementi e' abbastanza libero, dovrebbe esserci solo l'obbligo di mettere l'argomento del discorso all'inizio (e si indica con は) e il predicato alla fine. Esempi:
    Vegeta to Goku ga yama de kyoryu o tabeta
    Vegeta to Goku ga kyoryu o yama de tabeta
    Queste due frasi dovrebbero avere piu' o meno lo stesso significato pero' nella prima e' un'informazione leggermente piu' importante il che cosa hanno mangiato Vegeta e Goku (e infatti il complemento oggetto e' subito prima del verbo), nella seconda c'e' un po' piu' enfasi nell'indicare il luogo in cui e' avvenuto il pasto (e infatti il complemento di luogo e' subito prima del verbo). Giusto Lana?

    Un'ultima cosa Lana, hai scritto:
    > 山の恐竜がべジータと悟空を食べた。
    Yama no kyoryu ga Vegeta to kyoryu o tabeta.
    Un dinosauro di montagna ha mangiato Vegeta e Goku.

    In kanji e in italiano hai scritto bene in romaji hai tradotto 悟空(Goku) con kyoru, ci deve essere stata una distrazione nel digitare. Ciao.

    Marco

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  3. Bhè si è vero, è una lingua agglutinata. Però per rendere l'idea.
    Quindi quello che conta è mettere il soggetto all'inizio e il verbo alla fine (in modo da isolare la frase suppongo), il resto va un po' come vuole perché con le particelle si capisce che valore dare ad ogni sostantivo?

    Mi ricorda il latino pur essendo completamente diverso come struttura (è flessivo). Si mette sempre il verbo alla fine e grazie ai casi gli autori romani non avevano una struttura della frase rigida come la nostra ma i complementi potevano essere intrecciati in modo libero.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Marco san,

    ho corretto l'errore,
    Doooomo.

    Lana

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  6. > Quindi quello che conta è mettere il soggetto all'inizio e il verbo alla fine

    Qui e' un poco complicato. All'inizio della frase ci va' l'argomento della frase, che non sempre coincide con il soggetto. La maggior parte delle volte l'argomento coincide con il soggetto, spero di rendere l'idea con un esempio e di non confondermi:
    1 Lana-san ha neko to niwa de asobimasu
    Lana gioca con il gatto in giardino
    soggetto e argomento: Lana
    2 niwa de ha Lana-san ga neko to asobimasu
    Nel giardino, Lana gioca con il gatto
    Argomento: giardino soggetto: Lana
    Chi ha detto la seconda frase stava parlando del giardino, era quello il tema della frase, poi chi giocava era effettivamente Lana.
    L'altra osservazione: alla fine va sempre il predicato che puo essere verbale, nominale (tipicamente un nome) o aggettivale (tipicamente un aggettivo), esempi:

    Lana-san ha bijin desu -> Lana e' bella
    bijin, bella, in giapponese e' un nome, non e' ne un aggettivo ne un verbo. Desu serve a chiudere in modo cortese le frasi che terminano con un nome. Nello stile piano si usa da: Lana-chan ha bijin da -> Lana e' bella.

    sushi ha takai desu -> il sushi e' costoso (stile cortese)
    sushi ha takai -> il sushi e' costoso (stile piano)
    Qui la frase termina con un aggettivo (takai、alto ma anche costoso, caro). Desu, dopo un aggettivo, rende il tono cortese.
    Le frasi che terminano con il verbo le abbiamo gia' viste. Lana, se ho scritto sciocchezze correggimi:-)
    Ciao.

    P.S.: ha in questo caso si legge wa

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  7. Lana> Doooomo

    どういたしまして.

    Marco

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  8. Marco ⊿.
    hai spiegato benissimo.

    Lana

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  9. Marco> stile piano

    scusami che significa?..non sono un asso in grammatica e tanto meno in giapponese quindi scusa per la domanda forse un pò sciocca.
    Gomen =^^=

    Lana! grazie per le tue spiegazioni *.* mi stai aiutando =)

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  10. Simo> scusami che significa?
    Lo dico un po terra-terra. In italiano, quando parli con un estraneo in genere gli dai del lei, con un amica usi il tu. In giapponese e' un po' piu' complesso, c'e' un modo di esprimersi che varia a seconda delle persone che hai davanti e delle situazioni. Lo stile piano lo usi con le persone con cui hai confidenza. Lo stile cortese lo usi con persone con cui hai poca o nessuna confidenza, detto cosi' sembra che ci sia analogia tra "dare del tu" -> stile piano e "dare del lei" -> stile cortese ma e' una semplificazione. Forse oggi non e' piu' cosi' ma, a quanto so', prima si usava lo stile cortese anche tra compagni di classe e poteva succedere di usare lo stile piano con il caompagno/a di banco se si era instaurato un buon rapporto. In Italia nessuno si sogna di dare del lei ad un compagno di classe e ad un collega universitario. Probabilmente (anzi ne sono sicuro) oggi in Giappone non e' piu' cosi', sono meno formali, ma a questo e' giusto che risponda Lana che puo' correggere delle mie eventuali inesatezze. Per fare un altro esempio: sono circa due anni che commento il blog di Lana e di Lamu' e con loro, in italiano, ci diamo del tu ma, nonostante cio', se dovessi scrivere un commento in giapponese (e mi pare sia anche capitato) non userei mai lo stile piano ma quello cortese. Penso che , ma qui serve Lana, tra compagni di scuola (di oggi), colleghi di lavoro che si conoscono bene, con bambini o ragazzi/e molto piu' piccoli di noi si possa usare lo stile piano mentre lo stile cortese lo si usi con persone che non conosci o anche amici non molto intimi. Se uno vuole approffondire ci sono anche il sonkeigo (linguaggio rispettoso) e kenjougo (linguaggio umile) che vengono usati con persone particolari (professori, capi ufficio, superiori) e in situazioni particolari (richieste impegnative per esempio). Ma per iniziare e essere subito operativi/e basta saper usare stile piano e stile cortese. Come al solito servono correzioni e approffondimenti di Lana (e/o Lamu'). Ciao.

    Marco

    P.S.: in caso di incertezza meglio usare lo stile cortese e sembrare esageratamente educati che fare brutte figure ;-)

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  11. Marco>Se uno vuole approffondire ci sono anche il sonkeigo (linguaggio rispettoso) e kenjougo (linguaggio umile) che vengono usati con persone particolari (professori, capi ufficio, superiori) e in situazioni particolari (richieste impegnative per esempio).

    Si questi li conoscevo già, o meglio,me li ha accennati un ragazzo (universitario) che mi insegnava giapponese. Keigo se non mi sbaglio significa linguaggio o qualcosa del genere. Non ricordo bene sinceramente, perchè quel ragazzo (diciamo uomo) non era un professore ma conosceva bene la lingua fatta all'università, per cui ho appreso poco ^^
    Cmq Marco ti spiegato bene. Arigatou gozaimasu
    ありがとう御座升

    p.s:posso chiedervi un consiglio che mi servirebbe davvero?
    Sto studiando (o almeno ci provo) giapponese da sola. Tramite lezioni prese dal web (manga.net e il vostro blog), ma non ci capisco granchè. O meglio, per me è un pò difficile memorizzare tutto assieme e non so cosa imparare prima o dopo.
    Ho iniziato dal katakana e sono arrivata a na ni nu ne no, per ora.Sto prendendo appunti, o meglio, sto copiando tutto (anche sul blog ma mi è un pochino difficile perchè comunque non c'è nessuno a cui dare una dimostrazione o che mi aiuti.
    Potreste darmi dei consigli per apprendere meglio o agari per non fare confuzione..o qualsiasi cosa anche basata sulla vostra esperienza, per imparare meglio?

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  12. *magari-confusione

    scusate per qualche errore di grammatica ^^" per la fretta di scrivere ho sbgliato alcune parole!
    Gomen ^^

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  13. > Keigo se non mi sbaglio significa linguaggio o qualcosa del genere

    敬語(keigo) dovrebbe essere lingua del rispetto, di riverenza. 語(go) lo trovi, come suffisso, dopo il nome delle nazioni e serve per indicarne la lingua, il linguaggio: 日本語(nihongo) giapponese, イタリア語(itariago) italiano. 敬(kei) riverenza, rispetto.

    > Sto studiando (o almeno ci provo) giapponese da sola. Tramite lezioni prese dal web (manga.net e il vostro blog), ma non ci capisco granchè. O meglio, per me è un pò difficile memorizzare tutto assieme e non so cosa imparare prima o dopo.

    Allora, hai cominciato bene con i due sillabari, imparali bene. Poi io ho fatto così: c'erano delle lezioncine di grammatica giapponese sul forum www.giapponegiappone.it Ogni tanto le aggiornano. Non e' una grammatica vera e propria, ma come introduzione va benissimo: imparerai a coniugare i verbi e gli aggettivi, qualche costruzione particolare del giapponese, e anche qualche kanji, il che che non guasta. Si possono scaricare anche qui. Poi puoi provare il sito di Tsuyoshi-san: conversazioni, espressioni, proverbi, qualche kanji. Poi dai un'occhiata anche al materiale di questo blog. Tutti questi sono comunque degli aiuti propedeutici ad una vera grammatica giapponese, io sto studiando da: Grammatica Giapponese di Mastrangelo Matilde, Ozawa Naoko, Saito Mariko - Hoepli. La puoi ordinare dalla tua libreria di fiducia (potrebbe essere un bel regalo per Natale). Ausili elettronici: Kanji Sonomama Rakubiki Jiten, un vocabolario giapponese-inglese e viceversa (se hai il nintendo ds o il ds lite; potrebbe non funzionare con il dsi italiano e successivi per la questione della regionalita', quindi attenzione!). Ciao.

    Marco

    P.S.: Scusa il ritardo della risposta ma stavo installando Linux sui portatili dei miei amici (un sony vaio e un toshiba, finalmente due amici che hanno "roba" giapponese ;-))

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  14. Qualche collegamento non funziona:
    > Si possono scaricare anche qui.
    Cioe': qui
    > Poi dai un'occhiata anche al materiale di questo blog: unisan

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