In Giappone è più popolare mandare le cartoline per nuovo anno
che quelle di natale.
Ogni anno l'ufficio postale vende circa quattro miliardi di cartoline
per l'anno nuovo (33 cartoline per persona).
Viene assicurato che, se le imbucano fino al natale, arrivano
alla mattinata del primo giorno dell'anno nuovo.
Secondo le poste giapponesi, oggi tendenzialmente molte persone
non vogliono scrivere le cartoline prima del natale,
le imbucano tardi, addirittura il 30 e 31 di dicembre.
Così, è diminuita la distribuzione delle cartoline del capodanno,
però, comunque si conta circa due miliardi.
Ovviamente questo lavoro viene eseguito dai tanti part-timer,
oltre che dai postini ufficiali.
Con le cartoline ricevute, si può vincere.
Questo è cominciato dal 1949 per recuperare la società e l'economia
distrutte dopo la guerra.
L'oggetto più prezioso della vincita dell' anno era una macchina da cucire.
Non so che cosa sarà questo anno, ma sicuramente non è una macchina da cucire né un frigorifero.
Il costume di spedire le cartoline è abbastanza vecchio.
Non si sa da quando, però almeno c'è un manuale che spiega come
vanno scritte le cartoline, scritto nell'undicesimo secolo da uno studioso, Fujiwara Akihira.
Anticamente facevano i saluti del nuovo anno visitando le case
dei parenti o amici.
Nel caso in cui non possono visitare, allora mandavano le lettere di saluto.
Mandare le lettere lontano è diventato popolare nel sedicesimo
secolo, grazie al sistema di trasporto privato.
In quel periodo c'erano hikyaku che portavano le lettere, i pacchi e i soldi.
Non usavano cavalli, invece correvano a staffetta.
Il logo di Sagawa Kyubin s.p.a, un'azienda di trasporto attuale,
che indica hikyaku nel passato.
Con hikyaku espresso, da Tokyo a Kyoto servivano 70 ore
(la lunghezza della strada era 484 km).
Il costume come adesso, mandare in dicembre e ricevere
nel capodanno, è fissato dal momento in cui il sistema postale
si è fondato, cioè dopo il 1871.
Le cartoline nel 1887 e nel 1883
by Lana
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