Siamo due ragazze giapponesi che vivono in Italia da una decina di anni. Abbiamo deciso di diffondere la cultura giapponese per chiarire molte delle idee confuse che ancora ci sono.
31 ottobre 2012
Il "NO" dei giapponesi
Questa ragazza giapponese spiega in inglese che i giapponesi non dicono direttamente il "NO".
Cita la frase ambigua che non è chiaro se intende di essere d'accordo o no.
Quel "kekkou desu" mi ha sempre mandato ai pazzi!! Sumimasen è più semplice per noi Italiani, che non facciamo differenza tra "excuse me" e "sorry". Però non capisco, i Giapponesi devono per forza essere così indiretti? Insomma, un teppista come Eikichi Onizuka, Yusuke Urameshi o Hanamichi Sakuragi, parlerebbe in quel modo o riesce a dire chiaramente SI o NO?
Il discorso vuol dire "la tendenza" dei giapponesi. Per quanto mi riguarda, ho notato in certo punto che io quando parlo la lingua italiana, mi sento di avere quasi un'altra personalità, cioè incoscientemente parlo in modo più logico e chiaro. Mentre quando parlo la mia madre lingua con i giapponesi, anche se non chiarisco certe cose, gli interlocutori provano di comprendere più di quello che ho menzionato. Penso che Hanamichi e Onizuka sono esagerati. Chi è Yusuke Urameshi?
Chi è Yusuke Urameshi? Credo che Onigarro si riferisca al personaggio principale di 幽☆遊☆白書 (Yū Yū Hakusho, opera di Togashi(冨樫義博)): 浦飯 幽助. A me invece piace di più Kazuma Kuwabara (桑原和真).
Il ちょっと。。。mi sembra di capire che sia un segnale chiaro di no, almeno io lo interpreto così. Esempio scherzoso. Marco: Ciao (nome della ragazza carina), ti piacerebbe uscire insieme stasera? ragazza carina: Sì... ma ho un impegno. (In realtà pensa: no! Come ti permetti di pensare di uscire con me 笑) Marco: E per domani, ti andrebbe bene? ragazza carina: Devo andare al 美容院. Marco: Quando ti andrebbe bene? ragazza carina: ちょっと。。。 A questo punto il romantico gaijin se ne torna a casa con il "morale sotto i tacchi"(TT) perché ha capito che si tratta di un rifiuto(笑)
Immaginando le conversazioni, mi ha fatto ridere. Appunto anche io farei lo stesso discorso, ma sperando "comprendi che io non lo voglio", non "come ti permetti di pensare di uscire con me!" come dici tu.
già, fa un po strano quando hai i primi approcci con i giapponesi!
RispondiEliminama che carina questa ragazza!! mi è piaciuto un sacco il suo video!! grazie per averlo condiviso!
RispondiEliminaQuel "kekkou desu" mi ha sempre mandato ai pazzi!!
RispondiEliminaSumimasen è più semplice per noi Italiani, che non facciamo differenza tra "excuse me" e "sorry".
Però non capisco, i Giapponesi devono per forza essere così indiretti? Insomma, un teppista come Eikichi Onizuka, Yusuke Urameshi o Hanamichi Sakuragi, parlerebbe in quel modo o riesce a dire chiaramente SI o NO?
Il discorso vuol dire "la tendenza" dei giapponesi. Per quanto mi riguarda, ho notato in certo punto che io quando parlo la lingua italiana, mi sento di avere quasi un'altra personalità, cioè incoscientemente parlo in modo più logico e chiaro.
EliminaMentre quando parlo la mia madre lingua con i giapponesi, anche se non chiarisco certe cose, gli interlocutori provano di comprendere più di quello che ho menzionato.
Penso che Hanamichi e Onizuka sono esagerati. Chi è Yusuke Urameshi?
Lana
Chi è Yusuke Urameshi?
EliminaCredo che Onigarro si riferisca al personaggio principale di 幽☆遊☆白書 (Yū Yū Hakusho, opera di Togashi(冨樫義博)): 浦飯 幽助. A me invece piace di più Kazuma Kuwabara (桑原和真).
Il ちょっと。。。mi sembra di capire che sia un segnale chiaro di no, almeno io lo interpreto così.
RispondiEliminaEsempio scherzoso.
Marco: Ciao (nome della ragazza carina), ti piacerebbe uscire insieme stasera?
ragazza carina: Sì... ma ho un impegno. (In realtà pensa: no! Come ti permetti di pensare di uscire con me 笑)
Marco: E per domani, ti andrebbe bene?
ragazza carina: Devo andare al 美容院.
Marco: Quando ti andrebbe bene?
ragazza carina: ちょっと。。。
A questo punto il romantico gaijin se ne torna a casa con il "morale sotto i tacchi"(TT) perché ha capito che si tratta di un rifiuto(笑)
Immaginando le conversazioni, mi ha fatto ridere.
EliminaAppunto anche io farei lo stesso discorso, ma sperando "comprendi che io non lo voglio", non "come ti permetti di pensare di uscire con me!" come dici tu.
Lana